Il Fossato della Rocca di Castelvecchio (1), ora occupata dalla strada che porta al castello, racchiude la muraglia con scarpatura, sovrastata da un tratto di mura scaligere con varie feritoie.
Sull’altro lato della via si trova un giardino che ospita tratti di mura e la Torre Bemba (2), chiamata così perché il podestà Leone Bembo la fece restaurare nel 1433, come ricorda l’iscrizione presente in facciata; la sua mole, dalla caratteristica forma di ferro di cavallo, è ancora integra, nonostante una sopraelevazione posteriore. Anche se la tradizione la data almeno all’XI secolo, le caratteristiche architettoniche depongono per una datazione tardo trecentesca.
La torre d’angolo, detta Torre Zacchi (3), modificata con l’aggiunta di solai e di terrazzini traforati nel 1843, è sicuramente già esistente nel XV secolo, dato che Cima la dipinge sullo sfondo di molte sue opere; alcuni elementi architettonici tipici delle costruzioni dei Carraresi suggeriscono però di far risalire la sua costruzione al periodo della loro dominazione sulla città (1384-1389).
L’accesso da nord era possibile grazie a Porta Ser Belle (4), citata per la prima volta in un documento del 1296 come possedimento di Corradino Belle da cui prese il nome. Ampliata nel 1588 dal podestà Marcantonio Foscarini, alla fine dell’Ottocento per iniziativa del cav. Angelo Malvolti fu rifatta nella parte superiore in stile neogotico assieme alla vicina Torre dei Belle (5) che, posta sulla cima più alta del colle del castello, era la probabile residenza fortificata dei Belle.