Ai piedi della leggera salita denominata Salizà (1) si trova la Fontana di Nettuno (2), detta anche “Fontana dei cavalli”. Essa è formata dall’assemblaggio di parti diverse: al basamento del 1820, per accogliere trionfalmente l’imperatore e re del Lombardo Veneto Ferdinando I, nel 1838 fu aggiunto il gruppo scultoreo del Nettuno coi cavalli che originariamente si trovava in villa Foscolo a Oderzo, ma che dal 1770 era stato installato su una fontana della Contrada Granda ora non più esistente. Tale omaggio era giustificato dal fatto che nel 1837 Ferdinando I aveva concesso a Conegliano il titolo di Città Regia.
I bombardamenti del 1917/18 distrussero via Cavour (3) che in precedenza era caratterizzata da edifici perlomeno di epoca rinascimentale.
Lungo questa strada porticata si può ancora ammirare l’ala del Palazzo Gera (4) che ospitò Giuseppe Garibaldi il 5 marzo 1867 (lapide posta dove sporgeva il bovindo da cui parlò ai Coneglianesi). Nella prospiciente piazza Duca D’Aosta vi sono i resti del chiostro dell’antico Convento di S. Antonio Abate (5), fondato nel 1232 e restaurato agli inizi del Cinquecento; della chiesa crollata nel 1813 si conservano presso il Museo Civico gli affreschi staccati da una delle due cappelle minori dell’abside, ritraenti la Madonna con Bambino tra santi, dipinti dal Pordenone nel 1514. Poco più avanti, dopo il settecentesco Palazzo Gera-Fabris (6), si incontra l’Oratorio di S. Caterina d’Alessandria (7) che faceva parte del complesso della Ca’ di Dio (8), gestito per secoli dalla Confraternita dei Battuti a scopo caritativo.